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Che fare di un buono pasto scaduto?

Ogni buono pasto ha una data di scadenza, che esso sia informato carnet cartaceo o dematerializzato. La durata di validità è fissata di concerto tra i datori di lavoro e l’ANSEB, l’Associazione Nazionale società Emittenti Buoni Pasto. La data appare sul ticket (cartaceo o card) e nell’account utente di ogni piattaforma di buoni pasto on line.

Se questa data viene superata, il ticket è considerato come scaduto, e in teoria non può più essere accettato in ristoranti o punti vendita di alimentari. Per i buoni cartacei (Ticket Restaurant Edenred, Buono Day), il datore di lavoro deve comunicare le date di scadenza dei buoni ai suoi dipendenti. Nel caso di buoni pasto dematerializzati, sarà la piattaforma a dover indicare questa informazione, accessibile per gli utenti insieme alla consultazione del saldo. 

Un modo per riutilizzare i buoni pasto scaduti è quello di chiederne il rinnovo alla propria azienda. Questa dunque potrà o no scegliere di chiedere un rimborso all’azienda emittente. A seconda delle condizioni fissate da ogni società, i limiti possono variare tra 1 e 3 mesi, per cui è preferibile comunicare e consegnare all’azienda i buoni scaduti quanto prima rispetto alla data di scadenza, e tendenzialmente entro e non oltre i 30 giorni da tale data.

I buoni pasto scaduti devono naturalmente essere consegnati integri e ben conservati affinché vi siano possibilità per averne di sostitutivi. 

Trova maggiori informazioni sui buoni pasto scaduti nell’articolo della nostra guida.

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