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Sistemi di videosorveglianza e telesorveglianza: caratteristiche e differenze

Tempo di lettura: 6 min

 

La domanda di telecamere a circuito chiuso è in costante aumento anche nel nostro Paese. E questa è soltanto una delle conseguenza dell'aumento dei furti in azienda registrati negli ultimi anni. Attualmente, nelle attività commerciali, le videocamere costituiscono la seconda misura di sicurezza più diffusa, dopo gli allarmi. A confermarlo è un'indagine realizzata da Verisure, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca Sondea. Nonostante la facilità d'uso e l'enorme diffusione degli impianti di videosorveglianza, molti imprenditori decidono di puntare sulla telesorveglianza, un sistema di difesa molto simile al precedente, ma che prevede alcune differenze sostanziali. Quali? Scopriamole insieme.

Definizione e funzionamento del monitoraggio remoto

Cos'è il monitoraggio da remoto?

Il monitoraggio da remoto, o telesorveglianza, è un sistema utilizzato da decenni che si avvale di diversi dispositivi elettronici, tra cui allarmi, sistemi antincendio, rilevatori di presenza e telecamere. Notifiche e immagini vengono inviate direttamente presso la centrale operativa di un istituto di vigilanza, il cui compito è quello di monitorare costantemente gli ambienti, in modo da garantire la sicurezza dei locali e delle merci.

Le tecnologie utilizzate

Tra le tecnologie impiegate dalla televigilanza figurano i sistemi di allarme, le classiche telecamere (che in questo caso proiettano le immagini sugli schermi della centrale operativa) e diversi rilevatori, tra cui quelli antincendio. In quest'ottica, la centrale operativa, che è il vero e proprio "cervello" dell'istituto di vigilanza, assume un ruolo cruciale. I sistemi d'allarme collegati con la centrale inviano segnali intermittenti ma costanti: non appena il ritmo si interrompe, la centrale invia un messaggio alle guardie giurate attive sul territorio, il cui compito è controllare che tutto sia in ordine. I controlli sono fondamentali, in quanto l'interruzione del segnale generato dal sistema d'allarme può essere dovuto a un sabotaggio, oppure a un semplice calo di tensione elettrica. Oltre al sistema d'allarme, aziende e attività commerciali impiegano anche impianti di videosorveglianza sempre più evoluti. Le immagini riprese vengono inviate attraverso la rete e visionate in tempo reale dal personale addetto. Chiaramente, in un sistema di sorveglianza di questo tipo, il personale costituisce la risorsa più preziosa.

Definizione e funzionamento della videosorveglianza

Di cosa si tratta?

La videosorveglianza un sistema di sicurezza ideato per monitorare a distanza i perimetri interni ed esterni di una casa, di un'azienda, di un edificio pubblico o privato. A differenza della telesorveglianza, questa non si avvale della collaborazione delle forze dell'ordine e di una centrale operativa ma, grazie a una semplice configurazione di rete, trasmette le immagini sui dispositivi associati, generalmente custoditi dal proprietario dello stabile. Quest'ultimo è libero di controllare in qualsiasi momento che tutto sia in ordine.

Le tecnologie utilizzate

Un sistema di questo tipo è composto da diverse componenti, tra cui le telecamere, che vengono situate nei pressi degli ingressi e nelle aree più sensibili, e gli hard disk, che registrano le immagini catturate. Le videocamere sono dotate anche di un videoregistratore digitale di rete, detto NVR, al cui interno è situato un processore che consente di accedere da remoto alle immagini. Questo dispositivo, quindi, serve a visualizzare, gestire e videoregistrare le telecamere di rete IP. Chiaramente, ogni impianto è collegato a un software e, quindi, a un'interfaccia utente, attraverso cui è possibile rivedere le immagini, bloccarle e ingrandirle. Oltre alle telecamere a infrarossi, sul mercato sono disponibili anche le più moderne telecamere termiche, in grado di rilevare intrusioni e cambiamenti repentini di temperatura, anche in condizioni di scarsa visibilità.

 

 

Vantaggi e svantaggi

Vantaggi del monitoraggio da remoto e della videosorveglianza

La televigilanza consente di affidare la gestione della sicurezza a un'azienda esterna che, attraverso la sua centrale operativa, riesce a tutelare i beni mobili e immobili del cliente. Si tratta, quindi, di un sistema sicuro ed efficace, che fa leva su diversi dispositivi tecnologicamente evoluti (telecamere, allarmi, sistemi antintrusione, rilevatori di presenze, sistema antincendio e così via). Dal canto suo, la videosorveglianza garantisce buoni livelli di sicurezza (anche perché funge da deterrente contro eventuali furti ed effrazioni) ma, soprattutto, riduce i costi, considerata l'assenza degli oneri legati al contratto stipulato con l'istituto di vigilanza.

Svantaggi del monitoraggio da remoto e della videosorveglianza

Lo svantaggio principale del monitoraggio da remoto sta nei costi di gestione, che includono il pagamento dell'istituto di vigilanza per il servizio offerto e le spese di manutenzione che, in presenza di numerosi dispositivi elettronici, possono rivelarsi particolarmente onerose. Nonostante un impianto di videosorveglianza preveda spese di gestione inferiori, questa tecnologia non può assicurare la stessa efficacia di un buon sistema di telesorveglianza.

Scegliere tra monitoraggio da remoto e videosorveglianza

Analisi dei bisogni specifici

Effettuare una scelta tra queste due forme di sorveglianza non è facile. Ovviamente, sarà opportuno passare in rassegna tutte le caratteristiche dello stabile, nonché le esigenze di sicurezza dell'azienda e dei beni contenuti all'interno di essa. In presenza di una struttura dotata di parecchi ingressi e di molte aree vulnerabili, potrebbe essere utile allestire un servizio di televigilanza, affidandone la gestione a un'azienda esterna. Al contrario, un imprenditore la cui azienda ha sede al quinto piano di un palazzo e i cui locali non custodiscono materiali o merci di grande valore, potrebbe optare per un sistema di telecamere privo di collegamento diretto con le forze dell'ordine o con un istituto di vigilanza privato.

Vincoli e requisiti da considerare

La vigilanza tramite telecamere è un tema particolarmente dibattuto negli ambienti governativi, in quanto coinvolge molti attori il cui parere è spesso opposto. Ad esempio, è noto come il Garante della Privacy ritenga fondamentale la tutela della sicurezza, mentre i sindacati definiscono parecchie attività di monitoraggio potenzialmente lesive per la privacy dei lavoratori. La videosorveglianza costituisce una valida risposta alle richieste di sicurezza da parte degli imprenditori, essendo un importante deterrente per le azioni criminali. L'articolo 4 comma 1 dello Statuto dei Lavoratori Legge n. 300/1970 stabilisce che "gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti di controllo a distanza possono essere impiegati soltanto per esigenze organizzative e produttive o per la tutela del patrimonio aziendale e possono essere installati previo accordo collettivo stipulato in presenza della rappresentanza sindacale". Inoltre, la stessa legge sottolinea l'obbligo di informare i dipendenti circa le modalità d'uso dei dispositivi in questione. È obbligatorio redigere un'informativa tramite cartellonistica, che indichi chiaramente tutte le aree soggette a sorveglianza. Tale indicazione va collocata qualche metro prima del raggio d'azione della telecamera, in un formato tale da essere chiaramente visibile in qualsiasi condizione ambientale (anche in presenza di nebbia). Inoltre, lo Statuto dei Lavoratori e il GDPR vietano espressamente di effettuare e di utilizzare immagini tese a verificare la presenza dei dipendenti nei locali e i relativi orari d'ingresso e uscita. Tuttavia, esistono casi limite in cui è concesso il controllo a distanza delle attività dei lavoratori, ovvero per esigenze produttive e organizzative, per la tutela della sicurezza sul lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. Nei casi appena elencati, sarà possibile installare telecamere, ma soltanto dopo la firma del relativo accordo collettivo stipulato in presenza della rappresentanza sindacale. Per installare un impianto di videosorveglianza, quindi, non è sufficiente il solo consenso dei dipendenti.